Roland Garros, Day 2: le parole di Salvatore Caruso dopo la prima vittoria nel main draw di uno Slam

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Da Parigi, Fabrizio Salvi

Le parole di Salvatore Caruso in conferenza stampa a seguito della sua vittoria contro Jaume Munar

Sulle precedenti esperienze Slam, in particolare la sconfitta con Jaziri
Di quella partita ho preso tante cose positive perché era la mia prima volta tre su cinque. Quella partita mi ha dato tanti segnali importanti e oggi mi sono serviti.

Sulla partita di oggi
L’ho vissuta in maniera molto tranquilla, mi sono irrigidito solo nel secondo set, a parte il primo che un po’ ci sta.. i primi game sono sempre un po’ particolari. Il terzo e il quarto li ho gestiti in maniera splendida. Anche all’ultimo ero sotto 0-30 e sono stato bravo a prendermi il punto a rete. Sono molto contento.

Sul carattere
Sono siciliano, quindi parto da lontano. Chiaramente i miei primi anni, soprattutto a 10 – 12 anni, non ti dico che ti tiravo le racchette dappertutto, però.. Comunque è una crescita, la chiamerei maturazione..

Sul passato
Ho iniziato a giocare ad Avola dove c’erano due campi storici. Il mio primo maestro è stato Maurizio Gusumano e l’altro ragazzo che lo aiutava è il mio amico storico Andrea Salinitro, che oggi era presente in tribuna e si è emozionato tantissimo. Per me è come un fratello maggiore.

Sulla vittoria più importante della carriera
Io ho sempre detto di essere un giocatore molto versatile, che mi adatto bene ad ogni superficie. Ho avuto la fortuna di essere cresciuto sulla terra, pur avendo le caratteristiche da veloce. È un mix che mi sta aiutando tanto.

Sul sogno di diventare il tennista siciliano più forte di tutti i tempi
Adesso è un po’ più difficile! Marco è stato bravissimo, ma guardo a me stesso. Veniamo da una regione (la Sicilia) alla quale sono attaccatissimo. Forse era un sogno che avevo prima, invece adesso penso più al presente.

Sulle abitudini culinarie
Non bevo tantissimo il Nero d’Avola. Prima bevevo più il vino bianco, adesso più il rosso. Le mandorle dalla granita e la pasta di mandorla come fa mia mamma non la fa nessuno.

Sul passato e i periodi bui
È normale avere pensieri negativi in certi momenti. Penso però che sia importante avere dei pensieri costruttivi e ragionare su cosa migliorare. Per fortuna ho accanto una persona straordinaria, il mio allenatore Paolo Cannova, che ha lavorato tanto e penso che ci meritiamo questi risultati.

Sul prize money di 87.000 euro
I soldi aiutano per la carriera, li investirò. Vengo da una famiglia tranquilla che ha altri valori.

Sulla famiglia
Papà ha un negozio storico ad Avola di corredo e intimo, mia mamma insegna allo scientifico biologia e chimica.

Su cosa sa di Gilles Simon, il prossimo avversario.
Non sapevo di giocare con Simon! È un altro molto regolare, mi ci sono allenato in Australia nel 2016. Avremo una tattica anche per lui, qualcosina la troveremo!

Sull’arrivo un po’ in ritardo al grande tennis
È stato scelto di finire gli studi, ho fatto il liceo scientifico fino a 18 anni e facendo scuola la mattina… Il patto con i genitori è stato di diplomarmi e poi mi avrebbero aiutato. Questo è stato il mio ritardo. Pensandoci a posteriori, penso che per i miei genitori e per le scelte che sono state fatte sono la persona che sono oggi, e ne sono felicissimo.

Sui rapporti con la Federazione
La federazione mi ha aiutato tre o quattro dal 2014 al 2017 (più o meno). Mi hanno aiutato e sono in ottimi rapporti con loro.