Wimbledon 2024, Fabio Fognini dopo la sconfitta: “finalmente ci stiamo rifacendo gli occhi con Jannik e gli altri ragazzi giovani”

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Foto Adelchi Fioriti

Fabio Fognini parla a seguito del suo incontro con Roberto Bautista Agut, terminato con con la vittoria dello spagnolo per 7-6(6) 3-6 5-7 7-6(1) 6-4.

SFUMA L’OTTAVO A WIMBLEDON – “Sono dispiaciuto perché sto giocando bene, oggi è un set a parte. Lo sport è cosí. Nella box avrei vinto io. Questo sport da e toglie, ma oggi non ho niente da recriminare. Non si puó parlare di tennis perché oggi era difficile, ma lui è stato leggermente piú solido e l’ha portata a casa”.

SULLE SENSAZIONI – “Dopo tre anni che non giocavo sull’erba mi sono divertito. Adesso mi rode un pochettino perché ieri ero un altro giocatore, oggi faccio fatica a fare un’analisi di un set e un tie-break dove lui ha giocato meglio ed io ero più teso, nel quale il mio gioco non ha pagato come ieri”.

SULLA GESTIONE DELL’INTERRUZIONE – “Dopo aver giocato 3 ore e mezza, a 37 anni, ne ho risentito. Poi c’è tensione perché pensi che sei vicino alla vittoria, con l’altro che ha stoppato la partita un paio di volte per una scivolata e ci siamo beccati a fine set. Il dispiacere è non aver potuto concludere quello che di bello ho fatto ieri, però rimane un terzo turno a Wimbledon e non ho recriminazioni”.

SULLA PROGRAMMAZIONE – “Sono ancora un po’ indeciso su quello che fare. C’è di mezzo la famiglia e a questa età le programmazioni si devono modificare. Se fossi stato dentro un Masters 1000 sarei andato, ma ho ancora qualche incognita se andare e giocare le quali, oppure stare tranquilli”.

SUL FUTURO – “Non devo dimostrare niente a nessuno, mi sto divertendo e sono contento di giocare bene. Gioco perché amo questo sport e la competizione, ma ho già dato. Alcune volte vinco qualche partitina e finalmente ci stiamo rifacendo gli occhi con Jannik e gli altri ragazzi giovani. È bello perché finalmente siamo tanti e parlano del nostro sport del quale, ovviamente, prima si parlava meno perché negli ultimi 20 anni c’erano solo Federer, Nadal e Djokovic e ogni tanto arrivava Murray e Wawrinka”.

CONCLUDE – “Da appassionato di tennis e da veterano di questo sport è bello vedere che c’è passione. Jannik sta portando questa grande cosa in Italia che manca, come ho sempre detto anche io all’apice della mia carriera, ossia che tifavo gli altri, ma anche combattevo con Andreas perché eravamo molto vicini (implicando che si stimolavano a fare meglio a vicenda, ndr). Adesso li guardo e sorrido. Parlano tanto di noi (tennisti italiani, ndr) soprattutto grazie a Jannik che sta facendo cose straordinarie ed è bello perché il nostro è uno sport che può appassionare tanta gente”.