Juan “Pico” Monaco e l’inno alla dedizione

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Nella foto Juan Monaco, è nato il 29 marzo 1984 / foto @Adelchi Fioriti

Juan Monaco è uno degli ultimi top 10 ritiratosi dal circuito dove ha collezionato 9 titoli ATP

Juan Monaco è uno di quei tennisti che se lo vedi giocare ti fa scattare subito il meccanismo mentale de “il talento è nulla senza dedizione”. Perché Juan Pico Monaco di talento ne aveva eccome, ma in molti se lo ricorderanno soprattutto per quell’inno alla dedizione e combattività che inneggiava ad ogni partita.

“Pico” viene da Tandil, stessa città natale di Juan Martin del Potro, dove all’età di sei anni ha iniziato a dare i primi colpi alla pallina, inspirato da quell’atmosfera – o garra – che il popolo argentino ha nel sangue da sempre. Non viene da stupirsi quando nel descrivere quali fossero le sue armi migliori, ancor prima di diritto e rovescio, Juan Monaco abbia fatto riferimento alla tempra caratteriale.

“Dedizione, tenacia e sacrificio”

Queste sono state le caratteristiche che hanno iniettato nel motore scattante di Pico la forza per tirarsi su dopo momenti difficili e di arrivare a gioire di fronte al traguardo di nove titoli ATP conquistati in carriera.

Avrebbe potuto fare di più, diranno molti, e probabilmente lui stesso potrebbe essere d’accordo se non fosse stato per una lunga serie di infortuni che lo hanno a dir poco depotenziato e con quel polso destro che gli ha chiesto il conto di tanti sforzi.

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foto @Adelchi Fioriti

Il 15 maggio di due anni fa si è ritirato, lasciando di sé un ricordo assolutamente vivo negli occhi di chi ama le battaglie sulla terra rossa. Pico era uno che non lo battevi facilmente, era uno che rincorreva tutto, uno che ha chiesto tanto al suo fisico e che, in cambio, ha ricevuto la benedizione della Top 10.

Questo rimarcabile traguardo lo ha raggiunto nel 2012, in quella che è stata la miglior stagione della sua carriera sublimata da quattro titoli ATP conquistati tra Vina del Mar, Houston, Amburgo e Kuala Lumpur, quest’ultimo unico trofeo indoor su superfice veloce.

Il suo amore per la terra rossa era certificato dai risultati. Tante finali giocate tra scivolate e scambi lunghi giocati con aggressività. Sudore e fatica da dedicare a questa superficie che lo ha ripagato con 19 delle sue 21 finali in carriera. Una carriera, però, avara nelle prove dello Slam, dove non è mai riuscito ad andare oltre gli ottavi.

Juan Monaco in azione al Foro Italico nel 2010 / foto @Adelchi Fioriti

La sua rivalità più acerrima, se così si può definire, è stata più che altro quella con Fernando Verdasco, contro il quale ha giocato 12 volte in carriera, vincendo in sette occasioni. Sono state tante anche le occasioni nelle quali ha dovuto sfidare Rafael Nadal e Novak Djokovic. Delle 8 volte che ha giocato col maiorchino, una sola ce l’ha fatta, nel 2007, a Cincinnati per ritiro di Nadal quando stava comunque conducendo la partita. Mentre negli 8 incontri con Djokovic sono arrivate altrettante sconfitte, così come con Federer, contro il quale ha perso tutti e quattro i precedenti.

Ma non mancano anche gli highlights nella carriera di Juan Monaco come quella volta che batté Andy Murray a Valencia nel 2010 per riuscire poi a ripetersi contro un altro big come David Ferrer (peraltro a casa sua) un anno più tardi.

In terra americana spicca la vittoria contro Andy Roddick a Miami nel 2012, torneo nel quale è stato più presente in carriera (12 partecipazioni) e dove ha centrato la semifinale, piazzandosi nel quartetto dei sogni con Djokovic, Murray e Nadal. Più di recente è riuscito a battere Wawrinka nel 2016 al Foro Italico.

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Juan Monaco sul Campo Pietrangeli durante gli Internazionali di Tennis d’Italia del 2016 / foto @Adelchi Fioriti

Quel 15 maggio del 2017 ha detto stop al tennis per dedicarsi ad altre attività, ma rimane comunque il dubbio di cosa sarebbe potuta essere la sua carriera se non fosse stato falcidiato dagli infortuni.

JUAN MONACO – TITOLI VINTI