Redazione, Adriano Spataffi
Roger Federer (3) si testa al primo incontro completo uscendo vincente sul serbo Dusan Lajovic in circa 90 minuti. Partenza drammatica per lo svizzero che inizia con una collezione di errori per palle decentrate e una mobilità quasi allarmante, andando sotto di un break prima di sciogliersi e pareggiare il conto dei servizi. Lajovic di certo non si prona a vittima scarificale, gioca a testa alta, a volte andando fuori giri, ma con una buona intensità generale. Federer dalla sua non sembra preoccupato di un punteggio che non si sblocca, cerca più il punto di impatto ideale, quasi in vista dei prossimi match, e non rinuncia a controllare il braccio in nome di traiettorie più sicure ma meno incisive.
Le “prove” vanno avanti fino al tie-break, quando lo svizzero cambia decisamente andatura, con un perentorio 7-0 mette una gran distanza, anche psicologica, e scaccia ogni possibile fantasma “Stakhovsky”.
I successivi due set sono pura accademia, con un Federer ormai totalmente padrone della situazione ed un Lajovic cosciente che non è questa la giornata da impresa.
Contro Federer al terzo turno ci sarà Mischa Zverev (27) che vince un match folle, quasi finito per due volte e per due volte riaperto dal kazako Mikhail Kukushkin.
Il tedesco sembra impegnato in una gara di passaggio, con primi due set chiusi per 61 62 che non lasciavano presagire ancora molta lotta. A questo punto però parte un altro match, Kukuskin aumenta l’intensità e Zverev appare stupito di dover lottare un match che pareva poter gestire, tanto da perdere il terzo set. Nel quarto il tedesco fissa una statistica impressionante al servizio: su 24 prime palle, infatti, ne sbaglierà una soltanto, tra l’altro trovando il punto con l’unica seconda di servizio tirata. Incredibilmente non basta un set giocato solo con prime palle a chiudere l’incontro e l’unica palla break concessa sarà determinante. Il quinto set vede Zverev andare ancora avanti di un break ed essere rimontato. Alla fine, passato l’effetto del “nulla da perdere” Kukushkin incappa in incertezze fatali che Zverev saprà sfruttare facendo valere le 88 posizioni di differenza nel ranking.
Nessun probelma per Novak Djokovic (2), anche lui alla prima partita “vera”, che si sbarazza in tre set di Pavlasek, dominando ogni parziale e chiudendo con un eloquente 62 62 61.
Il serbo se la vedrà adesso con Ernest Gulbis, l’eterno talento incompiuto, anche a causa di innumerevoli infortuni, che vince con merito contro Juan Martin Del Potro (29). A coronamento di una grandissima prestazione che speriamo possa aver riconsegnato al tennis uno dei giocatori più interessanti degli ultimi anni. Due break bastano al lettone per portarsi avanti di due set, al terzo la strada sembra in discesa per Gulbis che strappa il servizio all’avversario sul 3-2. Del Potro accenna però la rimonta, recuperando il ritardo nei servizi e presentandosi al tie-break dando l’impressione di essere più tonico. Un sanguinosissimo doppio fallo, però, consegna a Gulbis un margine che saprà sfruttare fino alla chiusura.
Chi ha detto che l’erba è territorio dei giganti servitori? Non è d’accordo Dudi Sela, l’israeliano numero 90 Atp che da giocatore più basso del tabellone, con il suo metro e 75 cm, si è trovato opposto al più alto, John Isner (23), di 2m e 08. I primi due set si decidono al tie break, Isner conquista il primo, Sela il secondo. L’americano è ovviamente devastante al servizio, saranno 45 alla fine gli ace, contro i 5 dell’avversario e conquista il terzo set con un unico break. Sela non si abbatte e riesce, ancora al tiebreak, a pareggiare i conti dopo un set in cui non sono state concesse palle break da nessuno. Isner non concedeva all’avversario la possibilità di cedere il servizio dal primo set, ma un unico break point, concesso al primo servizio del quinto set, sarà fatale; Sela approfitta e difenderà il break fino al 63 finale annullando ben 6 occasioni per essere raggiunto.
Sela adesso è atteso da Grigor Dimitrov, che quasi passeggia sul malcapitato Marcos Bagdadis: 63 62 61 il risultato finale a favore del bulgaro.
Gael Monfils (15) elimina il giovane beniamino di casa Kyle Edmund , 50 Atp, nato a Joannhesburg ma residente in Inghilterra e naturalizzato inglese. Per il francese è stata una partita vinta con maturità, dando il meglio sui momenti decisivi. Primo set risolto al tie-break dove Monfils non fa nemmeno avvicinare Edmund a punteggi pericolosi. Poi, come detto, il parigino gestisce meglio i momenti importanti e, pur perdendo un servizio in ognuno dei due set successivi, tiene a bada l’avversario con un doppio 64.
Per Monfils adesso si prospetta un derby francese contro Adrian Mannarino, uscito indenne da una lotta di cinque set contro il giapponese Yuichi Sugita.
Gran personalità anche per Dominic Thiem (8), che dimostra crescita e presa di coscienza anche quando le cose si mettono in maniera imprevista. Ne fa le spese Gilles Simon, che era riuscito a contenere la partenza dirompente di Thiem (quattro palle break conquistate) fino addirittura a sorprenderlo, strappandogli il servizio e prendendosi il primo set.
L’austriaco in versione 2016 forse avrebbe cocciutamente abbassato la testa andando avanti alla ricerca di vincenti, ma questo Thiem è decisamente in versione top player mondiale, e, senza scomporsi dopo un primo set perso malamente, fa valere la sua superiorità sia in termini di variazioni che quando serve alzare i giri e concludere. Ne esce una prestazione autoritaria sempre con margine di punteggio; Thiem, dentro al campo anche in risposta, gioca a ritmi troppo sostenuti per Simon, resta costantemente con lo scambio in mano e dimostra che il primo set è stato un incidente chiudendo per 64 62 64.
Thomas Berdych (11), già finalista a Wimbledon e semifinalista lo scorso anno, regola in quattro set Ryan Harrison, americano di buone soluzioni ma troppo legato all’esito della prima palla di servizio, dato una seconda troppo leggera per impensierire un ribatittore del calibro del ceco. Berdych va avanti nel punteggio nei primi due set, al terzo non riesce a scrollarsi di dosso l’avversario, al tiebreak scivola 1-4, sembra recuperare ma infine cede. Il quarto set torna in direzione dei primi due e Berdych fa suo un match importante per la fiducia, visto il delicato momento che lo ha portato a cambiare coach affidandosi a Stephanek. Nella sua strada, adesso, David Ferrer, che approfitta del ritiro, dopo appena tre game del belga Darcis.
Milos Raonic (6) riesce ad aver ragione di una coraggiosissima prova di Mikhail Youzhny grazie soprattutto al suo fido compagno, il servizio. Il russo parte aggressivo, cercando di approfittare del game in cui il finalista dello scorso anno serve a “freddo”, dovendo ancora prendere i riferimenti; la tattica funziona, perché Youzhny vola 3-0 e riesce a mantenere il margine fino alla chiusura del set. Sul secondo parziale ovviamente Raonic inizia a macinare servizi e colpi dentro al campo di un peso devastante per l’avversario; al tiebreak di questo set probabilmente la gara ha la sua svolta più importante, Youzhny gioca senza timore (ace di seconda sul 3-3) e riesce a portarsi 6-4 ma manca il set point chiave, il primo, sulla sua battuta, così Raonic con due sassate di prima palla ribalta la situazione e, alla fine, trova il minibreak che gli vale il set. Lo slancio emotivo di una situazione che poteva diventare critica, e che invece si rimette in parità, toglie gran pressione al canadese che, senza concedere palle break, riesce stavolta a chiudere il set per 6-4. Youzhny, però, è un soldato di mille battaglie: nel quarto set resta aggrappato al punteggio e sul 5-4 ha la palla break che vorrebbe dire quinto set. Raonic, in versione cecchino, non lascia giocare nessuna risposta all’avversario fino al 5-5. il Russo, consapevole che è sfuggita l’ultima occasione di impresa, cala di fiducia e cede il servizio. Raonic ringrazia ed “impugnata l’artiglieria non ricambia la cortesia” ,chiudendo, neanche a dirlo, con un ace.
Raonic adesso è atteso da Ramos-Vinolas (25) che fatica 5 set per tenere a bada il giovane “nextgen” Rublev.
Non fatica e non gioca da Next Gen Alexander Zverev (10) che domina quello che sarebbe dovuto essere un derby di giovani promesse con l’americano Frances Thiafoe, e che invece si rivela un normale scontro da un ragazzo ancora acerbo, ma con buone potenzialità, ed un predestinato già pronto ai palcoscenici maggiori. Il tedesco gioca concentrato il numero di game minimi necessari a prendere, e mantenere, margine di sicurezza nel punteggio. Per il resto, si permette addirittura di abbassare le marce al risparmio o provare schemi in vista delle prossime partite.
Nel tabellone femminile doppio 75 in gestione per Angelique Kreber (1)contro la belga Flipkens. La tedesca, ancora in cerca della condizione migliore, deve rivedere la continuità al servizio, appena al 60% i punti con la prima palla, che quest’oggi ha ceduto per tre volte.
Il risultato più sorprendente di oggi è senza dubbio l’eliminazione di Karolina Pliskova (3), candidata al numero 1 WTA, per mano di Magdalena Rybarikova, che conferma ancora una volta, dopo l’infortunio della scorsa estate, di essere tornata per assaltare i piani alti del ranking.
La slovacca non ha mai rinunciato al suo gioco offensivo nonostante la caratura dell’avversaria, riuscendo infine a centrare una meritatissima impresa rimontando, tra l’altro, un set di svantaggio.
Alison Riske, conferma la sua buona attitudine all’erba eliminando contro pronostico Kristina Mladenovic (12) in un match che si ricorderà soprattutto per gli oltre 20 minuti del game d’apertura.Grande rammarico della francese che aveva iniziato in controllo totale, portandosi avanti per 62 20.
Se la vede malissimo Agnieskza Radwanska (9) che parte perdendo il primo set contro l’americana McHale, giocatrice antitesi della polacca, e deve salvare due match point al tie-break del secondo set, prima di aggiudicarselo per 9-7 e andare a vincere per 6-3 al terzo.
Evita invece la rimonta Zarina Diyas che, dopo aver vinto 64 il primo set contro la Radionova, si ritrova sotto 5-1 nel secondo, recupera fino al 5-5 e perde il servizio, riuscendo però a rifugiarsi al tiebreak da cui uscirà vittoriosa per 74. Per la Kazaka adesso c’è la Martic, vincente in due set sulla Allertova.
Infine, purtroppo, si segnala il brutto infortunio dell’americana Mattek-Sands, vittima di un tremendo trauma al ginocchio, sul risultato di un set pari, nel primo gioco del terzo set contro la Cristea.