Day 3: impresa Giorgi, avanti anche Fognini e Lorenzi

0
277

Da Wimbledon, Alessandro Terziani

 

La terza giornata a Wimbledon ci regala due italiani al terzo turno (Giorgi e Fognini) e uno al secondo (Lorenzi), tre azzurri eliminati (Bolelli, Seppi, Schiavone).

 

L’impresa del giorno è sicuramente quella di Camila Giorgi (n.86) che estromette, 6-4 6-7 6-1, la statunitense Madison Keys (n.18). L’azzurra ha giocato in modo perfetto per oltre un’ora, servendo in modo impeccabile e mettendo alle corde l’avversaria negli scambi. Poi, sul 4-3 nel secondo set, qualcosa si è inceppato. Tre doppi falli e il primo break subito; sul 5-4 Camila va a servire per il match e perde ancora una volta il turno di battuta. Il tie-break è roba per cuori forti. L’azzurra ha ben quattro match point ma è la Keys a imporsi 10-8 al secondo set point. Tutti temevamo a quest punto il naturale contraccolpo psicologico, ma la Giorgi non fa una piega vincendo addirittura 12 dei primi 13 punti del terzo set portandosi sul 3-0. L’azzurra è ormai una furia in campo, la statunitense non riesce più a controbattere. La Giorgi si aggiudica set e match in volata. Al terzo turno una suggestiva sfida contro Jelena Ostapenko, frasca vincitrice del Roland Garros. Prepariamo gli elmetti.

 

Fabio Fognini (n.29) ha superato, 7-6 6-4 6-2, un cliente ostico come il mancino ceco Jiri Vesely (n.48). L’azzurro ha giocato veramente un ottimo match, concentrato dal primo all’ultimo punto, servendo sempre in modo molto efficace tanto da concedere una sola palla break in tutto l’incontro. Se il primo turno contro un quasi ex giocatore come Tursonov non era un test attendibile, la partita di oggi ci ha confermato che Fognini è in ottima forma, pronto ad esaltarsi per la sfida di venerdì sul Centre Court contro il campione uscente Andy Murray. Contro lo scozzese il giocatore ligure ha vinto due tra i suoi migliori incontri in carriera, a Napoli in Davis tre anni fa e neppure due mesi fa a Roma. Sull’erba è vero che sarà tutta un’altra cosa, ma Fognini sa esaltarsi nelle grandi occasioni.

 

Missione compiuta per Paolo Lorenzi (n.33) che, nel proseguimento del match con Zeballos (n.52)  sospeso per oscurità avanti due set a uno e 2-2 al quarto, chiude 7-5 set e match. Il giocatore senese vince così il suo primo incontro a Wimbledon al settimo tentativo, completando così il suo piccolo Career Grand Slam con almeno un match vinto in tutte e quattro le prove dello Slam. Un’altra perla di questo incredibile giocatore all’apice della carriera a quasi 36 anni. Domani, al secondo turno, Lorenzi affronterà il ventenne statunitense Jared Donaldson (n.67).

 

Come era prevedibile Tsonga (n.10) si è dimostrato un ostacolo insormontabile per Simone Bolelli (n.312) che ha ceduto 6-1 7-5 6-2 in meno di due ore. L’azzurro è stato tradito dal servizio, poche prime e non irresistibili che venivano quasi sempre lette dal francese. Tsonga da par suo ha servito come un treno tenendo sempre i propri turni di battuta.

 

Non c’è stata partita neppure tra lo specialista Kevin Anderson (n.42) e il nostro Andreas Seppi (n.87) superato nettamente 6-3 7-6 6-3. Il sudafricano non ha mai concesso palle break e ha controllato la partita capitalizzando al massimo gli unici due turni di servizio strapati all’azzurro.

 

Un ammirevole Francesca Schiavone (n.72) ha lottato fino al 3-4 del primo contro la campionessa di Roma Elina Svitolina (n.5). Poi i 14 anni di differenza si sono fatti sentire e la ventiduenne ucraina ha preso nettamente il sopravvento non concedendo più nulla all’azzurra, 6-4 6-0.