David Ferrer, l’ultimo guerriero della strada

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David Ferrer a Roma / foto @Adelchi Fioriti

Daniele Rossi ci guida alla scoperta di David Ferrer

Quando si parla di David Ferrer è facile scadere nella retorica del tennista lavoratore, della classe operaia arrivata in paradiso, del paradigma del tennis spagnolo, fatto di sudore, lotta e sacrificio.

E’ talmente facile che è quasi inevitabile e tutto sommato pensiamo che allo stesso “Ferru” non dispiaccia, visto che lui stesso ha fatto dell’umiltà (forse anche eccessiva) il suo stile di vita.

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David Ferrer, 37 anni / foto @Adelchi Fioriti

Non era un personaggio David. Le sue interviste solitamente si limitavano a delle frasi standard sussurrate in un inglese elementare e sulla sua vita extra campo si è sempre saputo poco. Gli piaceva andare in bicicletta – giusto per faticare un altro po’- leggere e stare con la sua fidanzata, poi moglie e madre del suo primo figlio Leo, Marta Tornel.

Del resto a David Ferrer di apparire simpatico e popolare non importava nulla, non era “social”, di moda o comunicativo. Non era l’uomo giusto per vendere biglietti o per sponsorizzare un prodotto. Non era un volto, né un modello. Anche YouTube sembra prendersi beffe su di lui. Se provate a cercare “Ferrer best points”, il motore di ricerca darà per scontato che abbiate sbagliato a digitare e vi reindirizzerà ad uno dei milioni di video che raccoglie i migliori punti, sì ma di Roger Federer e non di David Ferrer.

Eppure di punti belli il Ferrer tennista ne ha messi a segno in carriera. Non eleganti demi-volée, spettacolari ganci da fuori del campo o rovesci telecomandati, più facilmente diritti incrociati, recuperi di rovescio e pure qualche smorzata, tutti rigorosamente al termine di un lungo ed estenuante scambio in cui il valenciano non aveva risparmiato una stilla di energia.

Come tutti quelli della sua generazione, David Ferrer ha dovuto fare i conti con quei tre dioscuri che settimana dopo settimana, si scontrano per il titolo di più grande di sempre. La formichina David all’ombra di quei tre, nella sua carriera professionistica durata 19 anni (dal 2000 al 2019), è comunque riuscito ad accumulare chicchi di grano in abbondanza, sotto forma di risultati sbalorditivi: 27 titoli in carriera distribuiti su tutte le superfici, best ranking di numero 3 conseguito nel luglio 2013, 31 milioni di dollari vinti in prize money, un Master 1000 (Parigi Bercy 2012), una finale al Master di fine anno (2007), una finale Slam (Parigi 2013).

Senza dimenticare alcune perle come le vittorie su Nadal al 4° turno degli Us Open 2007, ai quarti di finale degli Australian Open 2011 e ai quarti di finale di Monte-Carlo 2014. Ma non solo: nel 2011 si permise il lusso di battere Andy Roddick in tre set in un match di Coppa Davis, giocato a Houston sul cemento indoor. E nel 2012 a Wimbledon si ripeté con Roddick al terzo turno, poi distrusse del Potro al quarto e fece passare le pene dell’inferno a Andy Murray nei quarti di finale, a dimostrazione che “Ferru” al massimo del suo potenziale poteva battere, o comunque impensierire, i migliori del mondo anche sulla sua superficie peggiore.

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foto @Adelchi Fioriti

Ha concluso la carriera a casa sua, a Madrid nel 2019, dopo una netta sconfitta contro Alexander Zverev, che in un gesto di rara classe, chiamò una standing ovation prima dell’ultimo punto giocato da David. E forse proprio in quel momento, in cui tutta la Caja Magica si alzò commossa per applaudirlo, realizzò veramente quanto ogni appassionato di tennis, seppur da sempre obnubilato dalla passione per quei tre, riservasse un posto speciale nel cuore per l’ultimo guerriero della strada, David Ferrer.

DAVID FERRER ATP TITLE


 

di Daniele Rossi