Australian Open 2025, day 14: Keys non manca l’appuntamento con la storia. Sabalenka sconfitta in tre set

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Madison Keys, of the United States, reacts after defeating Kaia Kanepi, of Estonia, in a quarterfinal match against at the U.S. Open tennis tournament in New York, Wednesday, Sept. 6, 2017. (AP Photo/Kathy Willens)

“Non ho mai smesso di ripetermi che se avessi continuato a lavorare duramente e a dare il massimo, avrei raggiunto risultati importanti. Le cose belle tendono ad accadere quando hai questo tipo di mentalità”, aveva dichiarato l’americana dopo il successo in semifinale contro la numero due del mondo, Iga Swiatek. Un successo che le aveva dato un’altra chance per entrare nella storia del tennis direttamente dalla porta principale, ovvero vincendo un torneo del grande slam. Ci è riuscita alla soglia dei 30 anni, che compirà il prossimo 17 febbraio, con al fianco il coach e marito Bjorn Fratangelo (ex top 100 e vincitore nel 2011 dell’edizione juniores del Roland Garros): 6-3 2-6 7-5 il punteggio che in poco più di due ore ha consentito a Madison Keys di imporsi sulla detentrice Aryna Sabalenka e conquistare l’edizione 2025 degli Australian Open.

Non è riuscita quindi la leader del circuito femminile a realizzare la tripletta che alla Rod Laver Arena mancava dal 1999, quando a riuscire nell’impresa fu Martina Hingis. Giunta alla quinta finale slam consecutiva sul cemento e principale candidata della vigilia, Sabalenka era arrivata a Melbourne Park forte del trionfo di Brisbane, ma alla fine è stata costretta a cedere lo scettro sul filo di lana (appena un punto in meno conquistato nel match, 91 a 92) ad una Keys in stato di grazia. Una sconfitta che lascia Aryna al vertice della classifica mondiale, ma su cui la ventiseienne di Minsk dovrà riflettere, soprattutto su un primo set approcciato in un modo inaspettato da una giocatrice ormai abituata a certi palcoscenici.

Era sicuramente in fiducia Madison, capace di lasciarsi alle spalle i fantasmi del passato ed a dare ordine ad un gioco ora certamente più ragionato rispetto agli anni precedenti. Un’evoluzione che già aveva dato i suoi frutti ad inizio anno, portandola al successo nel WTA 500 di Brisbane ai danni della connazionale Pegula. Eppure il pronostico non era dalla sua parte, anche in relazione ai precedenti certamente non felici con la bielorussa avanti 4 a 1. Tra questi, la clamorosa semifinale di New York del 2023 in cui Aryna realizzò una insperata rimonta imponendosi 0-6 7-6 (1) 7-6 (5). Una giornata dolorosa e rimasta a lungo nella testa di Madison, arrivata ad un passo dal sogno di tornare a disputare l’ultimo atto dello slam di casa dopo la sconfitta subita nel 2017 dalla connazionale Sloane Stephens.

In campo, la tensione è salita subito alle stelle, con Aryna che ha infilato due doppi falli nel primo gioco (ne aveva commesso uno solo in tutto il match di semifinale contro Badosa) regalando subito una palla break all’americana che, nell’unico scambio prolungato del game, è andata a segno con il dritto strappando subito la battuta alla campionessa in carica. Sorprendentemente a sentirsi più a suo agio sulla Rod Laver Arena è sembrata la Keys. Solida al servizio e sciolta nei colpi la trentenne originaria di Rock Island non ha concesso nulla nei propri turni, e nel quinto game ha piazzato l’allungo che alla fine si è rivelato decisivo: dopo un bel passante incrociato di rovescio (30-30) è tornata a palla break grazie al terzo doppio fallo di Sabalenka (30-40), salendo 4 a 1.

Tenuta a zero la battuta (5 a 1), Madison ha avuto un primo set point in risposta, ma Sabalenka è riuscita a salvarsi (2 a 5). Al momento di chiudere un set fino a quel momento praticamente perfetto, la Keys si è però irrigidita, iniziando a litigare con il servizio e commettendo due gratuiti che le sono costati il break. Buon per lei che neanche questo sia servito a far rientrare in partita Sabalenka, che sul 30-30 ha commesso un altro letale doppio fallo (30-40) concedendo all’avversaria il secondo set point: un regalo stavolta prontamente scartato dalla statunitense che ha lasciato partire uno spettacolare vincente di rovescio in lungolinea conquistando con merito la prima partita: 6 a 3 in 36 minuti.

Al rientro in campo dopo il toilet break, alternando pregevoli soluzioni ad errori gratuiti piuttosto evitabili, Aryna non è riuscita a concretizzare due chance di break. Ma era il segnale di un cambiamento. Sabalenka è stata più viva e nel terzo game (dopo essersi vista annullare altre due opportunità direttamente con la battuta) ha sfruttato a dovere una seconda di servizio per andare a segno con la risposta di rovescio in lungolinea. Nel quarto gioco ha ribaltato lo 0-30 iniziale e con una buona prima esterna, confermando il break di vantaggio (3 a 1) con la Keys che ha iniziato a soffrire di più nello scambio, soprattutto dal lato sinistro.

Più stanca, meno lucida e paziente rispetto al primo set, Madison ha ceduto ancora la battuta nel game successivo, trafitta da un passante di dritto scagliato dalla numero uno del mondo (1 a 4). La campionessa di Minsk è stata tutt’altro che perfetta, ma con la ritrovata grinta e determinazione ha arginato il tentativo di rimonta dell’americana nel sesto game (tre palle break salvate), chiudendo poi il parziale nel successivo turno in battuta al terzo set point a disposizione: 6 a 2 in 45 minuti con una Sabalenka che ha continuato a sbagliare tanto (12 non forzati come nella prima partita), crescendo però nei vincenti (13 contro i 4 della prima partita) e nella percentuale di prime in campo (salita dal 64% all’83%).

A chi pensava che la finale avesse ormai preso un’altra direzione, Keys ha risposto come meglio non poteva, reagendo al set appena perso con un ace esterno da sinistra che le ha permesso di conquistare a zero il gioco inaugurale del parziale decisivo (1 a 0). Entrambe le giocatrici si sono innalzate al massimo del proprio del livello di concentrazione, con i turni di servizio che sono scappati via rapidamente senza lasciare alcuna chance in risposta. Si è arrivati così rapidamente sul cinque pari in appena 35 minuti (con Sabalenka leggermente avanti nei punti, 27 a 24).

Dopo essersi garantita quantomeno l’opportunità del tie-break (6-5), Madison ha messo subito pressione ad Aryna andando a segno con una risposta vincente di rovescio scagliata in lungolinea (0-30), quindi si è conquistata due march point consecutivi dopo una gran difesa (15-40); la leader della classifica WTA si è salvata la prima volta con il servizio, prima che la Keys, dopo aver trovato grande profondità con la risposta, andasse a segno con vincente di dritto inside out che dopo 122 minuti ha posto fine alle ostilità di una partita intensa ed equilibrata: 6-3 2-6 7-5.

Un successo che chiude un cerchio iniziato nel 2017, quando tradita dall’emozione Madison non fu in grado di giocarsi al meglio la finale degli US Open. Un trionfo che, giunto nel torneo che per la prima volta in carriera dieci anni fa la vide raggiungere una semifinale slam, la iscrive in un albo d’oro dove figurano anche i suoi idoli di gioventù: Lindsay Davenport (2000), Kim Clijsters (2011) e Serena Williams (2003, 2005, 2007, 2009, 2010, 2015). Il giusto premio a chi non ha mai smesso di crederci, diventando la quarta tennista più anziana della storia a conquistare il suo primo major dopo Flavia Pennetta (US Open 2015), Anna Jones (Wimbledon 1969 e Francesca Schiavone (Roland Garros 2010).

AUSTRALIAN OPEN – Finale Femminile

[19] M. Keys b. [1] A. Sabalenka     6-3 2-6 7-5