ATP FINALS – Il gruppo rosso delle Nitto ATP Finals 2022 apre le danze con il derby russo tra Daniil Medvedev, campione 2020 e finalista 2021 dell’evento, e Andrey Rublev. Tanto i precedenti (Rublev aveva vinto solo una volta nelle 5 sfide pregresse a livello di circuito maggiore) tanto il palmarès andavano nella direzione di Medvedev, anche perché Rublev, al di là delle indiscusse doti tecniche, ha spesso mancato, in termini di combattività, di quel quid pluris che ad oggi non gli ha ancora consentito di raggiungere traguardi di livello superiore.
Ed il primo set odierno sembrava il preludio all’ennesima incompiuta di Rublev che, cercando spesso il dritto di Medvedev, ha osato di più ed è stato decisamente più vicino a portarlo a casa: va a servire per il parziale sul 5-3 ma si fa recuperare, poi si porta avanti 5-6 e 15-40 e in questo caso ha poche colpe perché Medvedev diventa semplicemente ingiocabile al servizio ma i grossi rimpianti arrivano nel tie-break. Condotto alla perfezione da Rublev che si porta 6-2, Medvedev inizia a fare la cosa che gli riesce meglio, entrare in modalità “aspetto il tuo errore”, e annulla i 4 set point consecutivi più un quinto, per chiudere il parziale alla sua prima occasione (Rublev ha avuto anche sfortuna per un paio di chiamate errate che lo hanno sicuramente svantaggiato).
Rublev ad ogni modo non accusa il colpo e nel secondo parziale si porta nuovamente avanti di un break che conferma con insolita personalità. Gioca tutto il parziale con coraggio e comandando gli scambi ma alla fine sulla conquista del parziale c’è un chiaro zampino di Medevedev che non lo manda nemmeno a servire per il set. Sul 3-5, infatti, il campione 2020 commette due doppi falli consecutivi sul 40-15 e poi sparacchia fuori un rovescio mandando Rublev di nuovo a set point, il primo del secondo parziale. Medvedev decide di giocare all-in al servizio, o tutto o niente: con la prima annulla ma con altri due doppi falli (4 in tutto il game) regala il set all’avversario.
Il terzo set, ad eccezione di una palla break per Rublev nel 3 gioco, non ha particolari sussulti, se non ancora qualche chiamata errata dei giudici di linea, purtroppo sempre poco favorevole a Rublev. Al servizio Medvedev è un cecchino (i suoi ace a fine partita saranno 24 e su tutto il decimo gioco è un game perfetto di soli 51 secondi), Rublev lo è un po’ meno ma negli scambi si imbatte in sedute di braccio di ferro spettacolari, con le quali spesso e volentieri schianta il muro di gomma avversario. Di questi restano impressi il primo (38 scambi) ed il quinto punto del tie-break con i quali Rublev lascia Medvedev letteralmente al palo. Dopo quest’ennesimo logorante punto Rublev trova il primo minibreak, va al cambio campo avanti 4-2 e senza sbavature si porta a 6-3 e 3 match point.
I fantasmi del primo set si ripresentano: Medvedev annulla il primo venendo avanti con coraggio e il secondo con un ace. Il pallino è ancora nelle mani di Rublev (che alla fine il secondo set lo ha formalmente portato a casa grazie ai regali avversari dell’ultimo gioco) e ha l’occasione di girarsi sul dritto per chiudere ma decide per l’inside out invece che per il lungo linea, nonostante Medvedev fosse decisamente più a sinistra che a destra. Ancora 6-6. Con un dritto coraggioso Rublev si porta ancora a match point ma un servizio vincente di Medvedev sancisce ancora la parità. Rublev, questa volta con coraggio e personalità, risponde e continua a randellare da fondo campo conquistando il quinto match-point sul quale lascia ancora una volta inerme Medvedev.
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Red Group
[6] A. Rublev b. [4] D. Medvedev 6-7 (7) 6-3 7-6(7)