Il dritto nel tennis: apertura e primo movimento

0
3907
tie-break il diritto nel tennis

Il dritto nel tennis – Continuiamo la nostra rubrica settimanale, addentrandoci un po’ più in profondità nell’analisi specifica della tecnica. Le scorse settimane abbiamo visto come la tecnica sia una caratteristica imprescindibile nel tennis odierno, e come sia strettamente legata alla biomeccanica ed ai principi fisici che ne favoriscono l’attuazione pratica del gesto tecnico stesso.

Oggi andiamo a vedere in maniera un po’ più concreta la messa in pratica di queste esecuzioni che abbiamo visto in linea prettamente teorica le scorse settimane; ovvero vedremo come la biomeccanica dei principi fisici menzionati negli scorsi articoli trovino attuazione effettiva nei movimenti e nei colpi del tennis.

Nello specifico in questo articolo ci concentreremo sull’analisi tecnica del dritto nel tennis, cosa che faremo un po’ per tutti i colpi, analizzando anche gli errori più comuni, proseguendo chiaramente per gradi e per fasi. Oggi studiamo le varie impugnature del dritto, e le prime fasi del movimento dette in gergo “primo movimento’’ appunto, essendo la fase iniziale dell’azione del gesto.

Le impugnature nel tennis sono molteplici, essendo uno sport anche molto soggettivo, è facile che ogni atleta possa sviluppare delle prese che siano più conformi a delle proprie caratteristiche fisiche, coordinative, e personali. Qui va ad intervenire subito il maestro, in quanto l’impugnatura rappresenta la base, la prima parte prioritaria e principale da cui nasce il colpo. Con una determinata impugnatura si potrà avere un determinato movimento e generare un determinato tipo di colpo.

Pertanto possiamo dire che ogni impugnatura abbia le sue caratteristiche ben precise e definite. vi basterà guardare qualche partita in tv per capire che fondamentalmente ci sono diverse personalizzazioni di queste ultime; Gulbis ad esempio ha una impugnatura estrema, un po’ come Khachanov, o come lo stesso Kyrgios. É chiaro che stiamo parlando dell’impugnatura utilizzata sul dritto. Questi tennisti sopra menzionati, come detto, hanno delle prese molto estreme, soprattutto Gulbis e Khachanov, pertanto sarà facile capire e notare che le stesse gli genereranno diverse difficoltà nell’esecuzione di determinati tipi di colpi, e nel controbattere determinati tipi di esecuzioni, come può essere il rispondere ad un back, o ad un colpo estremamente basso; al contrario avranno vantaggio sulle palle alte ad altezza spalla. Chiusa questa piccola parentesi esemplificativa, torniamo alla questione principale. Le impugnature della racchetta da tennis generalmente più utilizzate per il dritto nel tennis sono:

  • la Eastern di dritto, impugnatura, per intenderci, utilizzata da Federer;
  • La Semi western di dritto, presa utilizzata da Djokovic per citarne uno dei rappresentanti più conosciuti;
  • La Western che è la presa utilizzata da Nadal.

Queste tre impugnature della racchetta da tennis portano con se determinate caratteristiche.

La eastern è una impugnatura leggermente più chiusa che permette una esecuzione del colpo più lineare, senza comunque rinunciare ad una buona dose di rotazione, a patto che ci sia un buon lavoro della mano ed una buona sensibilità e naturalezza nell’esecuzione. Di norma è tra le impugnature della racchetta da tennis più semplici e comuni, anche per chi inizia ad approcciare al tennis per la prima volta nella sua vita.

La semi western è una impugnatura leggermente più aperta rispetto alla eastern, e, dunque predilige un tipo di colpo più arrotato, ma con un ottimo mix anche con la fase di spinta orizzontale dello stesso.

La Western rappresenta già una presa estrema, e porta con se diverse difficoltà esecutive.

A ciò aggiungiamo, dunque, che le impugnature da considerare in linea base se volessimo iniziare oggi a giocare a tennis sono le prime due citate: eastern e semi western.

Qui in sovra impressione, una immagine che riassume le varie impugnature, e le modalità in cui riconoscerle.

Dunque in base alla impugnatura che ognuno di noi adotta, vi sarà una biomeccanica diversa, in funzione appunto delle caratteristiche, e della diversità di presa, come si vede in foto.

Chiarita la questione sulle impugnature della racchetta da tennis, anche se ci sarebbe molto altro da aggiungere, ci siamo tenuti in linea sommaria, per evitare di dilungarsi eccessivamente, dato che non stiamo trattando un corso tecnico, ma bensì una rivista settimanale;

Addentriamoci un po nell’analisi tecnica e biomeccanica dei colpi.

Entriamo nello specifico del dritto con la fase del primo movimento, nella sua concezione più generale quindi dinamiche biomeccaniche universali che fanno parte dell’impostazione tecnica di base.

Le due immagini appena proposte mostrano i due atleti impegnati nella fase iniziale del colpo, dicasi appunto, primo movimento.

In questa fase è evidente come le fasi principali da tenere a mente siano:

  • la posizione di partenza con la testa della racchetta alta
  • La preparazione del colpo con l’utilizzo dell’arto non dominante che aiuta ad eseguire la torsione del busto portando dunque la racchetta dietro per evitare di arrecare rigidità nell’arto dominante
  • L’appoggio dei piedi con il piede destro che indica l’ampiezza posizionato con la punta verso l’esterno parallelo alla linea di fondocampo, ed il piede sinistro che indica la profondità posizionato più avanti rivolto con la punta a 45 gradi verso il campo.

Oltre questi tre aspetti chiave è interessante notare come la testa della racchetta sia alta ed in fase di preparazione sia rivolta verso l’esterno come potete vedere dalle corde, completamente aperte e rivolte lato camera in questo caso. Qui abbiamo una presa eastern, la cui apertura è appunto con le corde della racchetta, e quindi, di conseguenza, il palmo della mano, rivolti verso l’esterno del campo, pronti per andare ad eseguire la fase di accelerazione con la caduta della testa della racchetta sfruttando la forza di gravità.

Di seguito invece c’è l’immagine della fase di primo movimento completata, portandosi in massimo caricamento prima della fase di accelerazione eseguita con una impugnatura semi western. Si nota come a differenza delle due immagini precedenti, la racchetta e quindi il palmo della mano guardino totalmente verso il fondo del campo, grazie ad una posizione della mano più aperta sul manico che permette maggiore rotazione del colpo, e permette anche una rilassatezza maggiore del colpo.

Dunque con le immagini abbiamo evidenziato le principali differenze pratiche, delle due impugnature, nella fase di primo movimento fino ad arrivare al massimo caricamento. Le differenze sono minime, in quanto entrambe le impugnature permettono una fluidità, naturalezza, ed efficacia del colpo importante.

L’obiettivo era dunque mostrare con il supporto delle immagini la fase del primo movimento per collegarci con quanto detto negli articoli scorsi, dove abbiamo parlato di tempo, spazio, accelerazione, fisica, forza di gravità.

Come potete vedere dalle immagini, tutti i concetti espressi sono già ben visibili; il primo movimento è la prima fase del colpo, e subito è possibile vedere in tutte le immagini mostrate, oltre che nei video presenti negli articoli scorsi, come la priorità sia la posizione della testa della racchetta all’inizio del movimento, sempre alta con le braccia decontratte, per poter eseguire il suo movimento di apertura e poter generare spazio, portandosi in estensione con il braccio distante dal corpo, ben aperto, ed il piatto corde rivolto verso l’esterno o il fondo del campo a seconda dell’impugnatura utilizzata. Dopo aver creato questo spazio, con il primo movimento, facendo muovere la racchetta sempre in linea con l’altezza degli occhi, in modo da generare maggiore linearità sarà possibile effettuare una buona fase di accelerazione del colpo, con la caduta della testa della racchetta mediante la forza di gravità, come vedremo nel prossimo articolo in cui analizzeremo la fase di attacco alla palla, la pronazione e l’ingresso nel colpo.

Restando all’argomento odierno, il primo movimento è una fase in cui molti commettono errori, inconsapevolmente. È facile osservare diversi tennisti, dilettanti, sbagliare la fase di apertura e compromettere l’esecuzione del movimento e del colpo.

Occhio!!! Di seguito delle piccole chicche riguardanti gli errori che spesso si commettono…

Rechiamoci all’angolo degli errori… e vediamo come risolverli!!!

Tra gli errori più comuni:

  • eseguire la fase di primo movimento con la testa della racchetta bassa, quindi azzerando la creazione di energia e spazio per le fasi successive
  • Eseguire la fase di primo movimento e preparazione con separazione delle anche e delle spalle con l’arto dominante, anziché con quello non dominante; in questo modo avverrà una contrazione nel braccio e perderemo fluidità di esecuzione; un esercizio utile per questo errore è di allenarsi ad effettuare la fase di torsione del busto, tenendo la racchetta con la mano destra aperta sul manico, così da operare il tutto con la sinistra. Con l’uso della sinistra sarà anche più facile trovare spazio con la racchetta nel verso corretto, mentre utilizzando la destra può accadere di portare la racchetta verso l’altro anziché indietro, e quindi dare un’ampiezza al movimento inutile.
  • Eseguire la fase di primo movimento sbagliando la posizione degli appoggi; come detto il piede destro deve fungere da perno ed aprirsi verso l’esterno, mentre il sinistro deve posizionarsi verso il campo in avanti, e trovare la sua posizione definitiva in fase di massimo caricamento. Molti non riescono a trovare questo equilibrio con gli appoggi e finiscono per non avere la minima base per effettuare l’impatto. Come soluzione basterà lavorare con esercizi specifici in ball-hand curando i due appoggi, destro/sinistro in fase iniziale.

Insomma questi sono tra gli errori più comuni che possono capitare nella fase di primo movimento; in tanti non si rendono conto che un errore in questa fase può influenzare completamente tutto il resto del movimento e del colpo, pertanto correggere queste esecuzioni iniziali è fondamentale.

Nel prossimo articolo andremo a vedere con una lente d’ingrandimento ancora maggiore la fase di esecuzione successiva a questa analizzata oggi, ovvero la fase di massimo caricamento, accelerazione, ingresso nel colpo e pronazione, in cui ci sarà molto da chiarire.

Appuntamento a settimana prossima dunque!