Us Open 2019 – Matteo Berrettini è nella storia. Partita incredibile, un ottovolante di emozioni. Berrettini ci ha messo tecnica, anima e cuore, vince pagando dazio all’emozione. Un eroe umano e per questo ancora più epico.
Ma andiamo per gradi. Rewind.
Sull’Arthur Ashe va in scena la partita della vita per Matteo Berrettini, al primo quarto di finale in un torneo Slam. Opposto a Berrettini c’è Gael Monfils, dieci anni di esperienza in più e talento da vendere. Il romano non deve pensare alla lectio magistralis ricevuta da Federer due mesi fa a Wimbledon ma purtroppo sente il palcoscenico e inizia il match bloccato. Monfils è un diavolo, gioca profondo e mette sotto il romano in tutti i punti del campo, soprattutto sulla diagonale del dritto. Berrettini è incapace di reagire, sbaglia sugli scambi brevi e subisce nei rallies lunghi: Monfils chiude il primo parziale 6-3 in poco più di mezz’ora e inizia anche il secondo parziale con un break. Sotto 3-6 e 0-2, Matteo si stringe a coorte e non lascia scappare l’avversario, recupera il break e sul 2-2 inizia un’altra partita. Pur con troppi errori da ambo le parti, pian piano esce il Berrettini ammirato contro Rublev: il romano martella col servizio e di dritto da fondocampo, ottiene il break e chiude 6-3 il parziale: 1-1 e palla al centro.
TERZO SET – Subito sotto di un break nel terzo set, Monfils accusa un calo mentale fisico, non spinge più e fa fatica a reggere gli scambi. A sorpresa, all’avvicinarsi di nuvoloni e della pioggia, il francese chiede di accendere le luci dell’impianto: pretattica? Berrettini si confronta rapidamente con l’arbitro, non si deconcentra, e consolida 3-1 dominando il suo turno di servizio. Monfils è in bambola ma tiene botta e addirittura avrebbe una palla del controbreak per pareggiare 3-3, ma Matteo si aggrappa al servizio, spara 2 aces consecutivi e va 4-2.
Si chiude finalmente il tetto, ma alla ripresa non cambia la musica: Monfils è fermo sulle gambe, Berrettini in fiducia e sugli scudi. Nel settimo game il francese dà una grossa mano a Matteo, confezionando due doppi falli che regalano tre palle break: fallite le prime due, il romano fa esplodere un dritto lungolinea che lascia il segno sul cemento per il 5-2 pesante e servizio con palle nuove. Grazie al servizio, due cross di dritto da cineteca e una stop volley perfetta, Berrettini chiude il terzo set da campione 6-2.
QUARTO SET – A inizio del quarto parziale Monfils ritrova il servizio e la fiducia negli scambi, mentre Matteo fatica decisamente di più nei suoi turni di battuta. Il quarto game da oltre 10 minuti è una battaglia durissima da fondocampo: Berrettini concede 5 palle break, si salva con un paio di colpi da incorniciare ma capitola anche per un nastro benevolo a Monfils. Il parigino consolida e scappa via 4-1, Matteo si aggrappa al servizio per il 2-4 e nel turno successivo imbriglia l’avversario in estenuanti scambi da fondo. Monfils è fermo sulle gambe ma spiritato, e pur faticando ottiene il 5-2 che gli permette di servire per il set, che incamera 6-3 al primo tentativo.
SET DECISIVO – Guerra di nervi e a chi ne ha di più. Berrettini parte fortissimo e sale 2-0 aggrappandosi al servizio e al dritto, ma subisce la reazione di Monfils che fa subito il controbreak e pareggia 2-2. La partita diventa una guerra di testa, cuore e colpi al limite. Matteo è un leone e tiene a zero per il 3-2, poi confeziona un game perfetto in cui brekka a zero Monfils e va 4-2. Warning per un coaching dal box italiano, ma Matteo è on fire e inchioda Monfils negli angoli del (fuori)campo con cross e lungolinea perfetti: 5-2. Al cambio campo Berrettini è concentrato, concede il 5-3 a zero a Monfils e va a servire per il match con palle nuove.
Pressure is a privilege, recita una frase di Billie Jean King in un angolo dell’Arthur Ashe: e Matteo purtroppo cede all’emozione e alla pressione, fallendo un serve & volley sul 30-15, commettendo doppio fallo sul match point e consegnando prima il break e poi il 5-5 a Monfils. Barazzutti e il box italiano rischiano l’infarto quando Berrettini va sotto 0-30 nell’undicesimo game, ma Matteo tira fuori gli attributi e con 4 punti consecutivi si porta 6-5. Il dodicesimo game è da psicodramma: Berrettini si inventa il lob della vita per il 30-30, doppio fallo Monfils per il 2° match point, passaggio a vuoto di Berrettini, due doppi falli per il terzo match point sbagliato con un braccino ingessato, Monfils si fa coraggio e incitando a sé il pubblico pareggia 6-6. Coronarie in fibrillazione e recriminazioni per i tre match point sprecati.
Tie break del quinto set. Sedicesimo doppio fallo di Monfils e 2-0 Berrettini. Challenge provvidenziale e 4-1 Berrettini. Si cambia sul 4-2. Diciassettesimo doppio fallo di Monfils: 5-2 Berrettini. Passante del secolo di Monfils e braccino di Berrettini: 5-4. Scarica di dritti e volée magistrale di Berrettini: 6-4 Berrettini e altri due match point. Decimo ace Monfils: 6-5. Quinto match point, servizio vincente e match Berrettini! Pazzesco.
Berrettini confuso e felice nell’intervista post partita. Anche noi italiani, per smaltire l’adrenalina ci toccherà guardare Schwartzman-Nadal. Ma sì, domani è un altro giorno, e male che vada lunedì Matteo sarà n.13 del ranking mondiale.
US OPEN 2019 – IL RISULTATO
[24] M. Berrettini b. [13] G. Monfils 3-6 6-3 6-2 3-6 7-6(5)
Photo credit: usopen.org Pete Staples – USTA