Roland Garros, Day 1: Berrettini avanti a fatica. Fuori Fabbiano. Cecchinato perde al quinto set contro Mahut

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Da Parigi, Fabrizio Salvi – foto Adelchi Fioriti

Giornata in chiaro-scuro per gli italiani. Alla vittoria sofferta di Matteo Berrettini, si sovrappone la delusione per la sconfitta di Fabbiano contro Cilic e, soprattutto, quella di Cecchinato in cinque set contro Nicolas Mahut. Il palermitano lascia per strada i 720 punti conquistati con la semifinale dello scorso anno.

ADIEU CECCHINATO. Nel derby in salsa tennistica tra Francia vs Italia, è il transalpino a vincere. Nel nuovissimo Simonne Mathieu, l’impianto in stile serra (letteralmente, per via della sua particolare architettura a vetri e la varietà di piante al suo interno), Cecchinato ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per provare a battere l’idolo di casa Nicolas Mahut e difendere tutti i 720 punti della semifinale dello scorso anno. Il francese era all’ultima partita in carriera e, con l’addio alle porte, la voglia di chiudere l’esperienza il più tardi possibile era più di un’esigenza. Quasi un dovere, almeno davanti al suo pubblico. Sulla carta Cecchinato avrebbe dovuto navigare a vele spiegate, ma l’incontro si è rivelato tremendamente complicato; un po’ per l’atmosfera calda in tribuna, un po’ per qualche scoria della recente eliminazione a Roma con Kohlschreiber.

E come nelle più belle favole – scritte in lingua francese -, è il 37enne, doppista affermato, all’addio e presente grazie ad una Wild Card garantitagli dall’organizzazione a vincere. Una partita drammatica, bellissima per intensità e con un finale che nemmeno il più perfido dei narratori avrebbe immaginato. Cecchinato che si trova due set avanti, sembrava fatta, poi tre set persi di fila e disfatta completata. Le occasioni ci sono state, ma sono scivolate via nel vuoto. Mahut, che non è certamente uomo da questa superficie (predilige il veloce, da buon uomo di tocco), aveva il destino dalla sua parte che oggi ha deciso di concedergli un ulteriore bagno di folla in mezzo alla sua gente. Un saluto in grande stile. Quello che, purtroppo, il nostro Cecchinato non potrà garantirsi. Il palermitano lascia Parigi senza riconfermarsi, ma questo non toglie nulla a quello che ha fatto lo scorso anno che rimarrà impresso nella storia del tennis italiano.

BERRETTINI, CHE FATICA. Con tutte le attenuanti del caso, non è stato un Berrettini agile escattante ai blocchi di partenza. Il primo turno Slam riserva sempre insidie e sorprese che, nel suo caso, si sono materializzate nella figura di un vecchio leone da terra rossa come Pablo Andujar. Lo spagnolo, in tutta franchezza, non sembrava avere i colpi per impensierire Matteo. Le sue palline ruotavano ad una buona velocità, ma il colpo vincente non era proprio nelle sue corde. Berrettini è stato complice della sconfitta del primo set perché, con altrettanta franchezza, non è riuscito a sviluppare un gioco dal rendimento costante. Tradotto, tanti errori. Troppi.

Andato il primo set la situazione si è riequilibrata, l’arma della smorzata ha dato il suo contributo, e tutta la macchina ha cominciato a girare gli ingranaggi per il verso giusto. Due set in fila, doppio 6-4, hanno aperto la strada al 6 a 2 finale, che ha rimesso le cose al loro posto e consegnato l’azzurro al secondo turno da giocare contro Casper Ruud. “Non ho avuto buone sensazioni per tutta la partita. Sono stato bravo ad affrontare le difficoltà ed a venirne fuori contro un giocatore esperto. Adesso penso a Ruud che è un avversario tostissimo”. E poi, aggiungiamo noi, magari a Federer in un incontro che sarebbe l’ennesima consacrazione dello stato di salute movimento tennistico italiano.

BUON FABBIANO, MA NON BASTA CON CILIC. Troppa più esperienza e concretezza a questi livelli hanno segnato la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Se l’incontro venisse letto solo per il tabellino sarebbe del tutto ingeneroso; tre set a zero. Non rispecchia la realtà. Quello che ha detto il campo rivendica le gesta dell’italiano, che è stato eccellente per due set contro un avversario con un pedigree più consolidato del suo e, quindi, favorito di diritto. “Penso di aver giocato ad un livello molto buono i primi due set, certo che non era facile” sintetizza in conferenza stampa Thomas, che aggiunge: “A volte le occasioni sono solo una – come nel primo set – altre volte di più, come nel secondo. Ne ho prodotte abbastanza, ma mi è mancata la determinazione per concretizzarle”.

In chiusura Fabbiano giura che la tensione non c’entra affatto con la sconfitta, o meglio: “Non è stata quella, anche perchè la pressione c’è sempre, ce l’abbiamo tutti, ma oggi non era questione di tensione, ma solo di tenere la palla dentro una volta più dell’altro”.

I RISULTATI DEGLI ITALIANI

N. Mahut b. M. Cecchinato 2-6 6-7(8) 6-4 6-2 6-4

M. Berrettini b. P. Andujar 6-7(3) 6-4 6-4 6-2

M. Cilic b. T. Fabbiano 6-3 7-5 6-1

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