Dopo oltre tre ore di partita e duecentocinquanta punti giocati, Jannik Sinner ha conquistato l’ATP 500 di Vienna piegando alla distanza il campione uscente Daniil Medvedev. Sconfitto nelle prime due finali giocate quest’anno con il russo (Rotterdam e Miami), dopo il trionfo di Pechino il fenomeno di San Candido ha ottenuto così il secondo successo consecutivo contro l’ex numero uno del mondo. Per Medvedev si conferma la maledizione che non lo ha mai visto riuscire a difendere un titolo.
Finale di altissimo livello doveva essere e così è stata, l’ottavo confronto tra due dei migliori interpreti del veloce indoor che, Djokovic ed Alzcaraz permettendo, saranno certamente protagonisti anche alle Finals di Torino. Arrivati nella capitale austriaca con un biglietto da visita di cinque titoli già conquistati in stagione per Daniil (di cui due titoli 1000) con un record di 64 vittorie e 14 sconfitte, e tre per Jannik (tra cui il primo 1000 della carriera agguantato in Canada) con 55 vinte e 14 perse, i due campioni hanno dato vita ad uno spettacolo memorabile.
In uno di quei match in cui l’equilibrio regna sovrano sono i dettagli (e pochissimi punti) a fare la differenza. Nel quarto gioco due smash sbagliati (uno di misura, l’altro clamorosamente dopo aver perso il tempo) da Jannik e due spettacolari risposte vincenti incrociate con il dritto di Daniil sono costate la battuta al fenomeno di San Candido. Di grande forza mentale è stata però la reazione del ventiduenne altoatesino che, dopo un doppio fallo di Medvedev, ha condotto magistralmente gli scambi andandosi a prendere con merito l’immediato contro break, prima di tenere un difficile game ai vantaggi e riportare in parità la finale (3 a 3).
Diversamente da quanto avvenuto a Pechino, le discese a rete di Jannik non hanno avuto la stessa efficacia. A dare qualcosa in più a Sinner sono stati i cambi in lungolinea, specie dalla parte del rovescio, con cui ha spesso costretto Medvedev a spostarsi dalla sua diagonale preferita e che gli hanno permesso di cambiare l’inerzia degli scambi prendendo l’iniziativa. Nel complesso, Sinner ha dovuto accettare di dover scendere nel terreno preferito del russo, quello dei prolungati scambi da fondo nei quali, pur passando momenti di difficoltà, è stato comunque in grado alla fine di esaltarsi.
Nel dodicesimo game un tentativo di drop shop in diagonale dell’azzurro che si è spento in corridoio è valso il set point al ventisettenne moscovita (30-40), splendidamente annullato da Jannik con una gran prima al centro. Al tie-break un errore di Sinner in uscita dal servizio ha permesso a Daniil di andare al cambio di campo avanti 4 a 2, ma una contro smorzata del russo che non ha superato la rete ha ristabilito la parità (4-4). Quindi, dopo sette punti consecutivi senza mini break, è stato a Sinner a prendere l’iniziativa mettendo all’angolo Medvedev: 7-6 (7) in 61 minuti.
Nella seconda partita l’intensità è ulteriormente salita, soprattutto dal punto di vista fisico. In un interminabile terzo gioco chiuso ai vantaggi, uno Jannik improvvisamente poco reattivo con le gambe e meno incisivo al servizio ha concesso tre chance di break (di cui due consecutive) al russo, ma ha avuto la capacità di respingere l’assalto e tenere il servizio con una bella volée (2 a 1). Nel quinto game, però, l’altoatesino ha sbagliato la direzione dello smash, permettendo a Daniil di andare a segno con il passante (30-40): stavolta il russo non ha sprecato l’opportunità trovando il break quando la volée di Jannik non è rimasta in campo.
Dopo aver perso il servizio anche nel settimo gioco Sinner è sembrato sul punto di crollare, in evidente calo fisico e privo della capacità di riuscire a variare come dall’angolo gli suggeriva Darren Cahill. Approfittando però di un calo di tensione del russo, Jannik è comunque riuscito a recuperare uno dei due break di svantaggio facendogli giocare un paio di game in più, prima del 6-4 che in 50 minuti ha riaperto la finale.
In una lotta punto a punto senza fine che ha visto gli scambi dilatarsi, passato il momento di difficoltà nel terzo e decisivo set Sinner è tornato a spingere. Dopo aver mancato tre occasioni nel secondo gioco, in un quarto game durato ben 32 punti, alla nona chance (la dodicesima del parziale) Jannik è riuscito a strappare la battuta a Daniil. La stanchezza di entrambi non ha inciso sul ritmo, forse sulla lucidità, sicuramente sul rendimento al servizio decisamente calato rispetto alle prime due partite. Dopo due break consecutivi (uno per parte) Sinner è stato il primo a tenere nuovamente il turno di battuta grazie al primo ace del set (5 a 2), garantendosi quantomeno la possibilità di servire per il titolo.
Dopo aver salvato un match point sul proprio turno Medvedev è tornato a colpire in risposta, ma sul 15-40 non ha sfruttato due palle del contro break (la prima non trovando il campo dopo essere arrivato comodamente su una palla corta, la seconda per merito del servizio dell’azzurro). Jannik è tornato a Championship point con un vincente di dritto scagliato dal centro del campo, prima di completare l’opera con gran servizio esterno da sinistra che gli è valso il quarto titolo stagionale: 7-6 (7) 4-6 6-3 il punteggio che dopo 183 minuti gli ha permesso di festeggiare il trionfo davanti ai suoi genitori.
Con questo successo Sinner raggiunge quota 10 titoli in carriera, eguagliando il primatista italiano Adriano Panatta. Non giocherà per i paragoni o i record ma per sé stesso come ha dichiarato, eppure che questo ragazzo sia destinato a diventare il più grande tennista azzurro di tutti i tempi non può più essere ormai messo in discussione da nessuno, commentatori o leggende del passato che siano.
ATP VIENNA 2023
[2] J. Sinner b. [1] D. Medvedev 7-6 (7) 6-4 6-3