Luis Ayala: il Cile in campo

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Nel torneo di Coppa Davis 2023 che si terrà in questo mese di settembre a Bologna, la nazionale italiana di tennis affronterà il Cile nel girone di qualificazione. Dello stesso girone faranno parte anche la Svezia e il Canada, attuale detentore della coppa, ma da parte sua, la nazionale cilena potrà contare su giovani promettenti tennisti come Garin e Jarry che in più di un’occasione hanno messo in difficoltà i giocatori italiani nei tornei ATP.

Il periodo d’oro del tennis cileno è stato sicuramente tra la fine degli anni ’90 e i primi del 2000, quando erano presenti campioni dal talento indiscusso. Nel 1998, infatti, Marcelo Rios riuscì a conquistare la prima posizione mondiale nel ranking Atp e raggiunse la finale all’Australian Open  dove però fu sconfitto da Petr Korda, vincitore della competizione grazie a un triplo 6-2 in finale. Nel 2003 e nel 2004 la nazionale di tennis cilena si aggiudicò, a Dusseldorf, la prestigiosa World Team Cup, superando nelle due finali rispettivamente  la Repubblica Ceca e l’ Australia.

In quegli anni la formazione cilena, oltre a Marcelo Rios, aveva schierato giocatori del calibro di Fernando Gonzalez e Nicolas Massu, ma il considerevole team cileno non riuscì a conquistare la tanto agognata Coppa Davis, non essendosi spinto oltre ai quarti di finale, ebbe  invece  più fortuna ai Giochi di Atene 2004 dove riuscì a conquistare due medaglie d’oro.

Nella finale olimpica del torneo di singolare maschile, Massu sconfisse al quinto set, grazie ad un’emozionante rimonta, Mardy Fish e in coppia con Gonzalez vinse anche il  torneo di doppio maschile, regalando al pubblico un’altra partita spettacolare, anch’essa conclusasi al quinto set per 6-4, dopo che i cileni erano riusciti ad imporsi nel set precedente al tie-break col punteggio di 9-7. Nel 2007 Fernando Gonzalez partecipò all’Australian Open eliminando grandi  campioni fra cui Del Potro, Hewitt, Blake e ai quarti di finale  il temibile Nadal.

Il tennista cileno non riuscì nell’impresa di conquistare  lo slam, poiché, in finale, dopo aver giocato tre set, dovette arrendersi di fronte a Roger Federer, all’apice della sua carriera. Ad oggi l’unica tennista cilena che è riuscita a conquistare uno slam è stata Anita Lizana, che nel 1937 sconfisse in finale la Jedrzejowska allo US open.

Meno fortuna per la categoria maschile, mai riuscita a conquistare uno slam, sebbene, nel 1958 e nel 1960, Luis Ayala sfiorò  tale impresa al Roland Garros. Luis Ayala esprimeva il suo miglior tennis sulla terra battuta, la superficie lenta avvantaggiava il suo gioco basato sui lunghi scambi da fondo campo. Ayala poteva contare inoltre su un’ottima condizione atletica e su un dritto molto preciso e angolato, grazie al quale riusciva a mettere in gran difficoltà la maggior parte degli avversari.

Nonostante all’ inizio della sua carriera, si fosse specializzato nel doppio, categoria in cui vinse 2 Internazionali d’Italia, 1 Rogers Cup e 1 Roland Garros, il tennista cileno raggiunse grandi risultati anche nel singolare.

 Nel 1958 Ayala partecipò al Roland Garros  del tutto ignaro del lungo cammino che lo avrebbe atteso nel torneo parigino. Dopo aver vinto al primo turno  in tre sets,  il match  contro il tennista austriaco Legenstein , si scontrò nella partita successiva contro l’indiano Krishnan conquistando i primi  due sets, ma avendo la peggio sull’ avversario durante  il terzo e il quarto set col duplice punteggio di 6-4.

Ayala  riuscì  però, grazie ad un break point decisivo, ad aggiudicarsi il quinto set, garantendosi l’accesso al terzo turno del prestigioso torneo. Nel 1959 e nel 1960, sfidò nuovamente Krishnan nelle finali del torneo di Bastad, riuscendo a vincere il titolo in entrambe le occasioni.

Il cammino di Ayala proseguì con una vittoria in tre sets ai danni del tennista italiano Maggi e agli ottavi di finale c’era ad attenderlo un altro tennista italiano, Nicola Pietrangeli. Il tennista cileno si impose nei primi due sets per 6-2 6-1, ma nel terzo set si lasciò sorprendere da Pietrangeli, che vinse col punteggio di 8-6, allungando il match al quarto set, terminato poi col punteggio di 6-1 in favore di Ayala.  

Nei quarti di finale il tennista cileno eliminando dalla competizione il tennista francese Haillet in tre sets, causò una grande delusione nel pubblico parigino. La semifinale si rivelò essere una delle più belle partite del torneo e vide fronteggiarsi Ayala e Ashley Cooper. Il tennista australiano annoverava nel suo palmares la vittoria all’Australian Open nel 1957 e nel 1958 e proprio in quell’anno desiderava concretizzare il sogno di vincere tutti e quattro i titoli dello slam.

La partita fu molto combattuta e carica di tensione, Cooper vinse i primi due sets per 11-9 e 6-4,  pregustando l’accesso alla finale dello slam parigino.

Ayala, che non aveva mai subito un simile svantaggio durante tutto il torneo, conquistò i tre sets successivi col punteggio di 6-4 6-2 e 7-5, vincendo in cinque sets e frenando  così Cooper che era giunto ad un passo dalla conquista del grande slam.

Il tennista australiano  che aveva già vinto nel 1958  sia Wimbledon, lo Us Open e l’Australian Open, dovette terminare la stagione col grande rimpianto di non aver vinto anche  il Roland Garros e di non essere così riuscito a riportare una vittoria totale che comprendesse tutte le quattro più prestigiose competizioni di tennis.

Non solo i tifosi cileni,  ma anche  tutti gli appassionati di tennis ammirarono con stupore  Ayala, che fu sostenuto da gran parte del pubblico durante la finale giocata contro Mervyn Rose, vincitore dell’Australian Open nel 1954. 

Nonostante l’affetto dei tifosi e la sua  grande determinazione, Ayala fu sconfitto dall’avversario in tre sets, ma il tennista cileno maturò la consapevolezza di poter aspirare a diventare un protagonista del circuito tennistico di quegli anni. Dopo la sconfitta, continuò a stupire gli appassionati di tennis, vincendo gli Internazionali di Tennis a Roma nel 1959,  contro  Neale Fraser. Con la  vittoria a Roma  il tennista cileno dimostrò al grande pubblico di poter  continuare a sognare la conquista di uno slam sulla terra battuta.

Nel 1960 Luis Ayala raggiunse nuovamente la finale al Roland Garros, dopo aver battuto Santana  in tre sets ai quarti di finale e dopo aver superato Sirola in semifinale. Il destino riservò al tennista sudamericano di incontrare  in finale ancora una volta Pietrangeli, che aveva sconfitto due anni prima nel medesimo torneo.

Pietrangeli era il campione in carica, poiché l’anno precedente aveva sconfitto nella finale del Roland Garros Ian Vermaak in quattro sets. La finale fu molto combattuta e sembrò ,in più di un’occasione, che potesse volgere a favore del tennista cileno. Dopo aver vinto il primo set col punteggio di 6-3, Ayala perse il secondo e il terzo per 6-3 6-4. Il desiderio del tennista cileno di rimanere in partita e coronare il suo sogno, lo spinse a strappare una palla break provvidenziale nel quarto set, terminato 6-4 in  suo favore. Sfortunatamente per Ayala il quinto e decisivo set si concluse col punteggio di 6-3 a vantaggio di Pietrangeli, che vinse il Roland Garros per la seconda volta consecutiva.

Ayala vide così sfumare per la seconda volta il suo sogno di conquistare lo slam parigino ma dopo il suo ritiro non riuscì ad abbandonare il mondo del tennis e fu scelto come capitano non giocatore della nazionale cilena di Coppa Davis. Sotto la sua guida il Cile, che poteva contare su giocatori come Fillol e Cornejo, raggiunse la finale nella competizione nel 1976, una simile impresa non era riuscita nemmeno alla nazionale di Gonzalez, Rios e Massu. Il Cile era riuscito a sconfiggere il Sud Africa, vincitore dell’edizione del 1974,  col punteggio di 3-2 e grazie alla rinuncia dell’URSS a giocare la semifinale, come segno di protesta nei confronti del regime militare di Pinochet, la nazione sudamericana raggiunse la finale.  Il Cile non era lo stesso paese degli anni in cui Ayala aveva entusiasmato  gli appassionati di tennis al Roland Garros, infatti nel 1973 un golpe militare aveva rovesciato la repubblica del presidente Allende e aveva favorito l’instaurazione di una dittatura militare guidata dal generale Pinochet.

La finale di Coppa Davis del 1976 si sarebbe dovuta disputare a Santiago del Cile presso l’Estadio Nacional, luogo tristemente divenuto il simbolo della repressione operata dal regime militare. In finale il Cile affrontò l’Italia e Ayala incontrò nuovamente  Nicola Pietrangeli, questa volta nelle vesti entrambi di allenatori. La partita si concluse col punteggio di 4-1 in favore dell’Italia. Il successo dell’ Italia, sulla cui partecipazione al torneo si era lungamente discusso, poiché si riteneva che una sua assenza dal gioco poteva essere un chiaro segnale di protesta contro il regime militare cileno, impedì la possibilità che la vittoria del Cile divenisse strumento di propaganda del regime a differenza di quanto avvenne ai mondiali di calcio argentini del 1978. 

E’ un vero peccato che Luis Ayala non sia riuscito a coronare il  sogno di vincere uno slam. Nelle finali al Roland Garros il tennista cileno si è scontrato contro due leggende del tennis, la sua storia ci insegna che nello sport non bastano solamente la bravura, il talento e la determinazione ma talvolta  è necessaria  anche una buona dose di fortuna, componente che mancò al tennista cileno nelle due finali dello slam parigino.