La Danimarca a Wimbledon: Kurt Nielsen

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Il tennis in Scandinavia è sempre stato monopolizzato dalla Svezia, che è stata la patria di atleti divenuti leggende come Borg, Edberg, Wilander e tanti altri. Negli ultimi anni, un’altra nazione scandinava, la Danimarca, sta ricevendo grandi soddisfazioni dal tennis grazie alla promettente ascesa del giovane Holger Rune, uno dei pochi giocatori del circuito ad esser riuscito a battere Novak Djokovic in una finale di un Master 1000, conquistando nel 2022 il titolo a Parigi Bercy.

Pochi anni prima la tennista Caroline Wozniacki, ex numero 1 Wta, era riuscita a coronare il suo sogno, conquistando il suo unico slam all’Australian Open, grazie alla vittoria ottenuta in tre set (7-6 3-6 6-4) su Simona Halep.

Il primo tennista danese a raggiungere la finale in uno slam fu Kurt Nielsen, uno dei maggior interpreti del serve and volley degli anni cinquanta. La principale strategia di Nielsen consisteva nello spostare gli avversari col suo servizio molto angolato e nel conquistare successivamente il punto a rete. Nielsen era anche un abile difensore da fondo campo, poiché grazie al suo rovescio tagliato riusciva quasi sempre a rispondere ai potenti attacchi avversari e ad allungare gli scambi. La superficie in cui il tennista danese riusciva ad esprimere il suo miglior gioco era senz’altro l’erba e infatti fu proprio a Wimbledon nel 1953 che il giovane Kurt riuscì a raggiungere ottimi risultati.

Nel primo turno il tennista scandinavo sconfisse in una partita molto combattuta Barry Green. Il suo avversario, dopo aver perso i primi due set, riuscì a conquistare il terzo col punteggio di 6-4, portando l’incontro al quarto set, vinto da Nielsen grazie ad una palla break decisiva che pose fine al match terminato col punteggio di 7-5. Nei turni successivi il tennista danese sconfisse Woodroffe e Mulloy, accedendo ai quarti di finale del prestigioso slam britannico. Nei quarti di finale Nielsen fu costretto ad affrontare Ken Rosewall, che in quell’anno aveva raggiunto la prima posizione nella classifica mondiale grazie ai suoi successi all’Australian Open e al Roland Garros.

Il tennista australiano era deciso in quella stagione a vincere tutti e quattro i tornei dello slam e il pubblico era convinto che fosse lui il favorito per la vittoria finale a Wimbledon. Nielsen, consapevole della posta in palio e della fama dell’avversario, giocò la miglior partita della sua vita, non risparmiando energie fin dal primo set, vinto grazie ad una palla break decisiva, che gli permise di chiudere il parziale col punteggio di 7-5. Rosewall cercò di tenere lontano dalla rete il suo rivale, non lasciandogli alcuna iniziativa. Il tennista australiano vinse il secondo e il terzo set col punteggio di 4-6 6-8, giungendo ad un solo set dalla vittoria. L’intensità del gioco provocò un grande dispendio di energie tale da indebolire la condizione fisica del tennista australiano. Kurt Nielsen stupì il pubblico, convinto dell’imminente successo di Rosewall, vincendo il quarto e il quinto set col punteggio di 6-0 6-2, riportando una delle più importanti vittorie della sua carriera.

In semifinale il tennista scandinavo affrontò un’altra leggenda del tennis, il tennista ceco Jaroslav Drobny, vincitore del Roland Garros nel 1951 e nel 1952. La strategia di Nielsen si dimostrò ancora una volta vincente e non concesse all’avversario neanche un set, vincendo col punteggio di 6-4 6-3 6-2. Per la prima volta un tennista danese raggiunse la finale in un torneo dello slam.

A contendergli il titolo a Wimbledon c’era Vic Seixas, numero due della classifica Atp, determinato non solo a raggiungere il primo posto del ranking ma soprattutto a conquistare anche lui il suo primo slam. Tutti i posti del Centre Court furono esauriti per assistere a quella finale. Il primo set fu molto combattuto e animò il pubblico, indeciso fino all’ultimo su quale finalista supportare, poiché entrambi si erano espressi con un gioco emozionante e avvincente. Il primo set fu vinto dal tennista statunitense col punteggio di 9-7. Seixas scese a rete ottenendo molti punti grazie alle sue volée e al suo formidabile smash. Nielsen riuscì a rispondere ai potenti colpi dell’avversario ma alla fine dovette soccombere. Lo sconforto fu grande per il tennista scandinavo e nel secondo e terzo set non riuscì a contrastare i difficili tiri dell’avversario. Il sogno di Nielsen si infranse sulla seconda di servizio di Seixas, poiché il suo rovescio finì a rete sul match point per l’avversario.

Due anni dopo quella tragica finale, nel 1955 il fato riservò un’altra opportunità a Nielsen per vincere Wimbledon. Il desiderio di rivalsa spinse il tennista danese a dare il meglio di sé, giocando un ottimo tennis fin dalle prime partite del torneo, sconfisse Marshall, Potter, Froman e Segal, ritrovando non solo un’ottima condizione atletica ma anche l’affetto del pubblico. Nei quarti di finale Nielsen affrontò un giovane Nicola Pietrangeli in una partita molto combattuta, che vide trionfare il giocatore danese al quinto set, culminato col punteggio di 7-5. In semifinale incontrò nuovamente Rosewall, determinato a vendicarsi della sconfitta subita nei quarti del 1953 e desideroso di vincere l’unico slam mancante nel suo palmares. Il primo set fu un’eterna battaglia conclusasi col punteggio di 11-9 in favore del tennista scandinavo, che dimostrò un’alta concentrazione.

L’erba di Wimbledon dimostrò ancora una volta di prediligere il gioco di Nielsen, che ancora una volta impedì all’avversario di proseguire il suo cammino nello slam londinese, vincendo in quattro set. In finale giunse anche Tony Trabert, già vincitore di quattro tornei dello slam. Il tennista danese si aggiudicò numerosi punti grazie alle sue spettacolari volée. Trabert, che non aveva perso neanche un set durante tutto il torneo, riuscì a scavalcare l’avversario a rete con i suoi passanti di dritto e a strappargli il servizio. Nielsen perse nuovamente in tre set col punteggio di 6-3 7-5 6-1, scavalcato da un pallonetto sul match point di Trabert, che strappò gli applausi di tutto il Centre Court.

Il destino non riservò mai una vittoria slam al tennista danese, che si spense nel 2011, privando il mondo del tennis di un atleta capace di emozionare tutti gli appassionati. Il suo nome continuò a risuonare sugli spalti di Wimbledon non solo per la fama acquisita ma anche perché suo nipote Frederik Nielsen seguendo le orme del nonno vinse in coppia con Jonathan Marray il torneo di doppio dello slam londinese nel 2012.