Istvan Gulyas: campione di sportività

0
540
©europebetweeneastandwest.wordpress.com

L’Ungheria, a differenza di altre nazioni, non vanta molti successi nel mondo del tennis. Il primo tennista ungherese a vincere un torneo dello slam fu Jozsef Asboth, che trionfò al Roland Garros nel 1947 sconfiggendo in finale Eric Sturgess. 

Dopo undici anni da tale successo, anche la tennista magiara Zsusza Kormoczy, regalò un importante successo alla propria nazione, trionfando anch’ essa sulla terra battuta del Roland Garros. 

Nel 1965 il tennista trentaquattrenne di nome Istvan Gulyas riaccese le speranze del popolo ungherese , vincendo il prestigioso torneo di Montecarlo contro Jiri Javorski in una finale molto combattuta, conclusasi al quarto set col punteggio di 6-4. 

L’anno seguente Gulyas partecipò al Roland Garros, deciso ad eguagliare il successo conseguito precedentemente dai suoi due connazionali. Nei primi due turni del torneo Istvan, sebbene con sofferenza, non perse neanche un set, dimostrando di trovarsi in un’eccezionale condizione atletica, ma nel terzo turno incontrò qualche difficoltà, riuscendo però a recuperare e a vincere l’incontro al quarto set, dando dimostrazione di essere in grado di gestire lo stress fisico e mentale e di saper mantenere i nervi saldi davanti alle difficoltà. 

Negli ottavi di finale Gulyas sconfisse sempre in quattro set il tennista statunitense Clark Graebner. Nel turno successivo il tennista magiaro affrontò il doppista Ken Fletcher, vincitore di dieci tornei del doppio misto e di due tornei di doppio maschile, il cui gioco a rete venne facilmente neutralizzato da Gulyas, che si aggiudicò la partita in tre set, di cui solo il primo fu combattuto.

Il tennista ungherese affrontò in semifinale il tennista sudafricano Cliff Drysdale, che l’anno precedente aveva raggiunto la finale dello Us Open, persa poi contro Santana. 

Gulyas riuscì ad aggiudicarsi il primo set per 6-4, dimostrando fin dai primi scambi di non subire alcuna pressione nonostante l’importanza della posta in palio. Nel secondo set il tennista sudafricano prese il sopravvento, vincendolo e concedendo all’avversario solo due games. Il terzo set fu molto equilibrato e riuscì ad aggiudicarselo Drysdale per 9-7 grazie ad una palla break decisiva. 

Per la prima volta dall’inizio del torneo Gulyas si trovò sotto nel punteggio ma nel quarto set il tennista magiaro, dimostrando grande tenacia ed orgoglio, sorprese il pubblico con punti spettacolari, commettendo pochi errori e non risparmiando energie. 

 Il set terminò col punteggio di 6-2 in favore del tennista ungherese, che incoraggiato dalla sua prestazione, acquisì maggior fiducia nei colpi e vinse anche il set successivo col punteggio di 6-3. 

Gli ungheresi non riuscirono a contenere la propria gioia nel veder nuovamente un proprio connazionale raggiungere una finale del Roland Garros. I tifosi erano convinti che Gulyas stesse ripercorrendo il cammino trionfale dei suoi predecessori. Un’altra buona notizia allietò l’animo del pubblico ungherese: Tony Roche, il tennista australiano che avrebbe affrontato in finale Gulyas , si era infortunato alla caviglia durante la semifinale vinta contro il tennista francese Jauffret. 

Roche, già vincitore di due tornei di doppio del grande slam, era a caccia del suo primo major in singolare ma la sua cavalcata verso il trionfo sembrava frenata a causa del suo infortunio, non avendo, giunti ormai alla vigilia della finale, il tempo necessario per riacquisire una perfetta forma fisica.

Gulyas dimostrò di essere non solo un grande giocatore di tennis, ma anche un grande sportivo, acconsentendo a rinviare la finale di un giorno per permettere al suo avversario di rimettersi dal suo infortunio.

Il tennista australiano, grazie al nobile gesto di Gulyas ebbe il tempo di riprendersi e di accedere alla più spettacolare partita della sua carriera tennistica. Nel primo set Tony Roche concesse un solo game all’avversario vincendo per 6-1 , esaltando il pubblico col suo spettacolare serve and volley. 

Ripresosi dallo shock iniziale, Gulyas  si impegnò a mettere in difficoltà lo sfidante variando di continuo il gioco nel tentativo di tenere l’australiano lontano dalla rete, ma non riuscì nel suo proposito perdendo anche il secondo set col punteggio di 6-4. 

Nel terzo ed ultimo set il tennista ungherese non si arrese e lottò fino all’esaurimento di tutte le sue energie con grande coraggio e sacrificio, ma dopo aver subito un break point fatale, dovette soccombere col punteggio di 7-5, assistendo al trionfo del suo avversario. Dopo quella sconfitta Gulyas continuò a giocare partite memorabili, riportando molti successi in Coppa Davis e conquistando nel 1968 all’età di trentasette anni il suo secondo torneo a Dusseldorf, dove sconfisse in quattro set Bungert. 

Gulyas perse il Roland Garros ma la sua sportività destò ammirazione. Il suo gesto rimarrà memorabile  come esempio di correttezza , altruismo e rispetto dell’avversario, ricordando alle giovani generazioni quali dovrebbero essere i comportamenti da tenere in ogni competizione sportiva.